VIA LIBERA SEMPLIFICAZIONI. CANCELLATI 61 DEGLI 85 EMENDAMENTI APPROVATI. SALTA EMENDAMENTO SIAN
Mercoledì 30 Gennaio 2019
|
Provvedimenti
|
Agricoltura
Oggi con l’approvazione della legge di conversione in prima lettura al Senato del decreto semplificazione si chiude un lavoro di settimane tra Commissioni riunite, 1°Affari costituzionali e 8° Lavori pubblici , e poi Aula.
Nel testo vi sono misura utili, sia alle imprese, sia al terzo settore, sia agli Enti locali, sia ai cittadini, alcune facevano parte del testo del decreto altre sono state inserite dalle Commissioni.
Tra le cose attese e necessarie vi era la correzione dell’aumento operato dalla maggioranza nella Legge di Bilancio dell’aliquota Ires per le organizzazioni no-profit. Dopo una serie di polemiche – anche Sergio Mattarella aveva fatto riferimento alle tasse sulla bontà nel suo discorso di fine anno – e richieste di modifica, è stato votato l’emendamento presentato dal Gruppo Pd che riporta dal 24 al 12 per cento l’aliquota che si applica al terzo settore.
Altra cosa potenzialmente buona, ma tutta ancora da verificare, è l’introduzione dell’obbligo di riportare nell’etichetta dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati e non, l’indicazione del luogo di origine o provenienza. In se la cosa è positiva anche se già oggi era necessario indicare l’origine per molte categorie di alimenti – latte e derivati, riso, pelati, concentrato di pomodoro, pollo e il grano della pasta, carni – ora tale obbligo verrebbe esteso a tutti gli alimenti. In realtà si affida ad un decreto ministeriale di concerto tra Agricoltura e Sviluppo economico da concertare con le regioni e con l’Unione Europea che dirà a quali prodotti s applica e come. Quindi obiettivo condivisibile ma percorso ancora complesso.
Un’altra cosa in se potenzialmente positiva è possibilità di trasferire in capo alle Regioni le concessioni idroelettriche e le opere di grandi derivazioni idroelettriche, in stato di regolare funzionamento a seguito della scadenza, rinuncia o decadenza delle concessioni stesse.
Per queste ultime due, come detto potenzialmente positive abbiamo contestato che siano state attuate con un emendamento senza di fatto possibilità di approfondimento, di confronto con i mondi economici interessati e nel Parlamento.
Per un esame completo il DOSSIER dell'Ufficio Studi del Parlamento
Nel percorso di approvazione del decreto nel testo la maggioranza ci aveva infilato di tutto, anche un sacco di norme che nulla avevano in comune con il decreto legge e che erano fortemente discutibili, tra cui l’annullamento della gara CONSIP relativa alla gestione informatica di AGEA di cui parlerò di seguito, le modifiche ai requisiti di CAF e patronati, le modifiche al codice degli appalti e alle norme sulle assicurazioni, le modifiche al CdA dell’ENAC, una ipertrofia normativa con scarsa coerenza, che ha indotto la Presidenza della Repubblica a intervenire chiedendo alla Presidente del Senato di intervenire.
Infatti in apertura dei lavori dopo una sospensione della seduta la Presidente ha dichiarato “improponibili” centinaia di emendamenti tra cui 62 degli 85 che erano stati approvati in Commissione.
Tra questi il pasticcio dell’emendamento che azzerava l’assegnazione di 3 dei 4 lotti del bando Consip relativi al SIAN è stato ben raccontato da Agricolae , e credo che il fatto che il fatto che sia stato dichiarato irricevibile abbia evitato di compiere una scelta che aveva forti profili di illegittimità, e si prestava a ricorsi e contenziosi e quindi a ritardi in un ambito strategico per le risorse destinate all’agricoltura.
Illegittimità legata al fatto che contrariamente a quanto affermato nella relazione il bando non era in corso ma era stato già assegnato come si evince da documenti della stessa Consip, e il fatto stesso che Consip avesse siglato un accordo quadro con la seconda classificata, Almaviva, per cui in teoria, una volta invalidata l’assegnazione a Leonardo che aveva vinto, Consip avrebbe potuto assegnarlo direttamente al secondo classificato in virtù della convenzione in essere. Inoltre in Commissione era stato respinto un nostro subemendamento che tendeva a dare garanzie al personale che era impeganto nei servizi in questo momento. Insomma un potenziale gran pasticcio.
Un pasticcio inaccettabile soprattutto perché messo in essere con un emendamento su cui non era stato possibile fare ne confronti ne approfondimenti.
Per questo avevamo con forza messo in guardia il Governo e la maggioranza in Commissione.
E l’eco delle nostre rimostranze e dei rischi potenziali, su questo come su altri emendamenti, era arrivato agli organi di stampa specializzati che hanno dedicato notevole attenzione.
Su questo come su alcuni altri emendamenti si è focalizzata l’attenzione del Quirinale.
E alla fine il Presidente ci ha messo una pezza. Adesso vedremo cosa succederà . . .