VOLONTARIATO : SOSTEGNO NON OSTRUZIONISMO
Tra le pieghe di fatti e notizie eclatanti, che rubano la scena, accade spesso che vi siano altre vicende che i media non riescono a evidenziare. Risultato: la maggior parte delle persone che non sono addentro alle cose di palazzo o direttamente interessate rimangono ignare e scoprono in un secondo tempo cose che le riguardano anche loro da vicino. È il caso del mondo della scuola, come si vede nei nostri singoli paesi, in cui si sperimentano solo ora in modo diffuso e concreto i tagli della riforma Gelmini. E non sarà dissimile quanto si vedrà per effetto di tutta una serie di provvedimenti che l’attuale Governo ha varato e che riguardano in senso lato il mondo del volontariato, dell’associazionismo e del servizio civile.
Lo smantellamento del servizio civile volontario, che ha sostituito l’obiezione di coscienza, è in pieno corso: a fronte di 100 mila richieste, in Italia si è passati da 35 a 24 mila posti assegnati; l’Ufficio nazionale per il servizio civile – organo della presidenza del consiglio – ha avuto una riduzione del budget da 300 a 210 milioni di euro. Così i progetti finanziati sono diminuiti da 4 mila a 2700. In Piemonte, i ragazzi che potranno svolgere quest’esperienza lavorativa e formativa saranno solo più 1300, mentre finora erano stati circa 2000 all’anno. Sta succedendo, insomma, quel che era stato paventato: l’abolizione della leva obbligatoria prima, ed il pesante taglio delle risorse ora, minano alle fondamenta il futuro del servizio civile. Ma così si toglierà la possibilità di una esperienza importante per tanti giovani ed un sostegno prezioso al mondo dell’associazionismo: solo la Caritas, per fare un esempio, non potrà più garantire determinati servizi di assistenza a famiglie povere, senzatetto, disagiate, immigrate o con persone disabili. Con le nuove regole i giovani sono dirottati verso enti locali, centri culturali, biblioteche: costano meno dei dipendenti e i Comuni risparmiano. Ma per le associazioni di volontariato sarà crisi.
La Regione Piemonte si è fatta carico di questo problema e ha integrato con proprie risorse i fondi statali: mezzo milione di euro è stato destinato ad Anpas e Acli, che erano state escluse dal bando nazionale. La situazione è tutt’altro che rosea: ai tagli felpati o brutali del Governo non possono mettere sempre una pezza gli enti locali. Soprattutto, è assurdo che, invece di aiutare il mondo del volontariato, lo si metta in difficoltà, quasi fosse diventato un nemico. L’ultimo provvedimento, in base al quale il Governo vuole censire le associazioni no-profit per evitare abusi fiscali, è da questo punto di vista esemplare: entro il 30 ottobre tutte le realtà, anche le più piccole, devono dar conto per via telematica degli aspetti giuridici ed economici che le riguardano. Ma mentre si stabilisce un giusto principio, quello del controllo, si va a colpire indiscriminatamente tutte le associazioni e in special modo quelle piccole e prive di adeguate strutture organizzative. Con il rischio, come hanno sottolineato le Acli nazionali, che siano proprio queste realtà minori, di cui è disseminata la nostra provincia, a soccombere, pur avendo i conti a posto.
Tutto questo, unito alla sostanziale assenza di risorse dal 2010 per il Fondo per la non autosufficienza, disegna ombre nefaste su coloro che in questo paese fanno più fatica e su coloro che di questa sofferenza e di questa difficoltà si fanno carico. Ancora una volta le affermazioni e gli enunciati della comunicazione descrivono una scena che poi, in realtà, nei fatti è totalmente altra. Il domani migliore che tutti vogliamo contribuire a costruire passa attraverso le risposte che insieme sappiamo dare a chi fa più fatica ed in questo impegno i mondi dell’associazionismo e del volontariato sono sicuramente in prima linea e meriterebbero dallo Stato tutto il sostegno possibile e non ostruzionismo.
Mino Taricco