IL JOBS ACT ED IL FUTURO DEL PAESE
Il PD sta cercando di cambiare un paese che attende da anni.
Il PD di Matteo Renzi sta cercando di cambiare il paese.
Abbiamo già approvato in pochi mesi il decreto Poletti sui tempi determinati, il decreto Madia sulla Pubblica Amministrazione, il decreto sulla Competitività, il decreto sugli 80 euro e sulle rendite finanziarie, e la legge delega fiscale, il rilancio dell’edilizia scolastica nelle scuole.
Abbiamo approvato norme sui tetti agli stipendi ai manager pubblici, sulla riduzioni delle auto blu, sui tetti ai permessi sindacali.
Abbiamo detto al paese, con la nostra azione, e con l’orizzonte che abbiamo disegnato, che vogliamo dare un futuro all’Italia e agli italiani.
E gli italiani hanno capito e convintamente hanno sostenuto, alle europee con il 40,8 per cento, e ci hanno conferito un grande mandato, di prendere per mano questo paese e di portarlo nel futuro.
Abbiamo messo in cantiere una straordinaria stagione di riforme, della scuola, della giustizia, delle Istituzioni, con la riforma istituzionale del Senato, del Titolo V , della legge elettorale.
In queste ore si è acceso un grande scontro sul “Jobs act”, su alcune questioni di merito, ma soprattutto si confronta con alcune grandi questioni culturali sull’idea di lavoro e di impresa, ancora aperte nel paese, e anche, o forse soprattutto, nel Partito Democratico.
Ho sentito negli ultimi giorni e anche stasera nella Direzione nazionale del PD tante strumentalizzazioni e tante letture superficiali, vecchie, ideologiche e lontane dal lavoro quello vero, quello conquistato sul campo ogni giorno, e mi viene da chiedermi se molti di costoro abbiano mai lavorato veramente in vita loro.
Ho sentito parole condivisibili da Scalfarotto, dal ministro Poletti, da Renato Soru, da Piero Fassino, ma ho sentito anche tanto di stantio di difesa di visioni vecchie superate dalla realtà oggi e forse lo erano già anche in quella di ieri.
Come si fa a non prendere atto che in Italia oggi a fronte di quasi 7 milioni di lavoratori protetti dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, vi sono quasi 5 milioni di lavoratori che lavorano in aziende al di sotto dei 15 dipendenti, che ovviamente non lo sono, quasi un milione di dipendenti a tempo determinato, oltre 2 milioni di atipici e quasi tre milioni di disoccupati.
Come si fa a ignorare questi ultimi undici milioni di italiani.
Come si fa a continuare a pensare che lavoro ancora oggi sia solo quello dipendente, come si fa a pensare il lavoro possa ancora essere stabile e unico per tutta la vita, come si fa a continuare a pensare alle imprese come ad un nemico e non invece agli artefici delle possibilità di lavoro, come si fa a non vedere che i paesi che crescono sono quelli che offrono opportunità e possibilità e non quelli che difendono il passato.
Il paese ha bisogno del nuovo PD che anche sulla discussione del Jobs Act sta nascendo.
Buon lavoro al PD , buon lavoro al Governo, a tutto il Parlamento e a Matteo Renzi, l’Italia ci guarda e ci chiede di non mollare,
Riporto alcune riflessione che possono aiutarci ad approfondire:
http://www.huffingtonpost.it/angela-mauro/minoranza-pd-lavoro-_b_5898900.html?utm_hp_ref=italy