164 PAESI FIRMANO IL GLOBAL COMPACT. NON L’ITALIA

Il Global Compact for Migration è il primo accordo negoziato intergovernativo che, sotto l’egida delle Nazioni unite, tenta di dare risposte globali al problema delle migrazioni. 

Alcune considerazioni di fondo quando parliamo di migrazioni , un fenomeno su cui esistono informazioni attendibili, se siamo interessati, e che   nel mondo ha dimensioni ben maggiori a quelle che immaginiamo , ed anche nel nostro Paese ha numeri sovente nella nostra percezione lontani dalla realtà.


E stato sottoscritto in Marocco, il 10 e 11 dicembre, da 164 paesi.

Il patto globale per la migrazione firmato all’Assemblea generale dell’Onu nel settembre 2016 da più di 190 Paesi era stato ribattezzato “Dichiarazione di New York” e confermato durante l’Assemblea generale ONU dello scorso settembre dove il premier Giuseppe Conte aveva annunciato il sostegno dell’Italia.

Dopo d’allora alcuni paesi hanno cambiato posizione.

Hanno deciso di non sottoscrivere questa decisione e di rinunciare a governare questo fenomeno gli Stati Uniti di Donald Trump, l’Ungheria di Vitkor Orban , e il cosiddetto gruppo di Visegrad: Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Polonia e poi ancora Austria, Bulgaria, Croazia, Israele e Australia, a questi Paesi, nonostante le rassicurazioni del Presidente Conte, si unisce l'Italia a guida gialloverde.

Onestamente è molto triste vedere il nostro paese allineato con i paesi più chiusi ed in qualche misura più egoisti e refrattari al rispetto degli accordi, e più riluttanti ad ogni forma di ricerca di soluzioni condivise. Con tutti i limiti delle esperienze pregresse, continuo a credere che i problemi, ed i fenomeni epocali come questo, vadano affrontati, se possibile insieme, e non invece ignorati chiudendosi a riccio.
 
Il Global compact parte dalla convinzione che le migrazioni debbano essere affrontata a livello globale e si pone ben 23 obiettivi, che pongono al centro soprattutto il destino dei minori , come ben spiega "VITA",  a partire dalla creazione di una rete internazionale per l’accoglienza «sicura» e «di sostegno» a migranti e rifugiati. La lotta alla xenofobia e allo sfruttamento, il contrasto del traffico di esseri umani, il potenziamento dei sistemi di integrazione, l’assistenza umanitaria, l’adozione di programmi di sviluppo e procedure di frontiera nel rispetto del diritto internazionale, partendo dalla Convenzione sui rifugiati del 1951. 



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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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