AUGURI ENRICO, AUGURI PD
Tanti auguri Partito Democratico.
Si, voglio fare tanti auguri al Segretario Enrico Letta, ai suoi due vice Irene Tinagli e Peppe Provenzano per il lavoro che li attende, e a tutto il Partito Democratico.
Abbiamo passato giorni di apprensione, dopo il fulmine a ciel sereno delle dimissioni di Nicola Zingaretti.
Devo ammettere che sono stato molto disorientato da ciò che è successo, perché se da un lato, sul piano umano posso capire una reazione istintivamente forte del Segretario uscente, dopo settimane di fuochi artificiali su tutto, critiche sulla linea, richiesta di congresso, critiche sulle nomine ministeriali, critiche sui Sottosegretari, critiche sull’equilibrio di genere, e via discorrendo, e tutto sempre rigorosamente sui giornali, sui media e sui social, e mai “de visu”, il modo ed i tempi di ciò che è accaduto mi hanno letteralmente lasciato basito.
Poi, come a volte succede, una notizia che cambia il quadro: l’appello a Enrico Letta e la sua disponibilità, che hanno rinfrancato e ridato un orizzonte di fiducia ed un rinnovato entusiasmo nell’impegno ai tanti che come me continuano a credere che il destino del Partito Democratico non abbia a che fare con l’interesse di qualcuno, ma con il bene del Paese.
Domenica ho sottoscritto con convinzione la sua candidatura a Segretario del Partito Democratico, e anche con sincera emozione.
Enrico è una persona che ho stimato e che stimo molto.
Avevo già insieme a tanti amici, alla nascita del Partito Democratico nel 2007, sostenuto con tanto entusiasmo e con tanta convinzione la sua candidatura alle primarie. Lo avevamo fatto sapendo che il Segretario sarebbe stato Veltroni, ma convinti che il PD dovesse portare nel proprio patrimonio identitario tanti punti di vista e tante ricchezze, e sicuramente per me e per molti Enrico ha dato voce a una porzione di questo patrimonio.
Poi le nostre strade si sono divise, lui aveva sostenuto Pierluigi Bersani ed io Matteo Renzi, e come si è sviluppata in seguito la storia è cosa nota. Poi la sue esperienza da Presidente del Consiglio, e le dimissioni dal Parlamento, e quindi la direzione alla Scuola di affari internazionali dell'Istituto di Studi Politici di Parigi (Institut d'études politiquesde Paris-Sciences Po).
Nella sua intensa ma breve vita, il Partito Democratico ha rappresentato una speranza per tanti, un speranza ancora purtroppo incompiuta, anche se con momenti straordinariamente intensi e positivi. Ha avuto la capacità di offrire al Paese riforme importanti, ma ha anche compiuto molti errori, subito strappi, lacerazioni e scissioni che lo hanno impoverito e reso più fragile e con esso il Paese.
Adesso, con la scelta generosa di Enrico, ci è concessa una ripartenza, una nuova opportunità, che dobbiamo avere tutti consapevolezza essere una sorta di prova di appello, che non possiamo sprecare.
Domenica Enrico Letta, con un discorso che mi ha profondamente emozionato (QUI il video del suo Intervento e sintesi sul sito del Partito Democratico ), è stato eletto Segretario del Partito Democratico.
Sono stato convintamente uno degli 860 membri dell’Assemblea che lo ha votato.
Nelle parole di Enrico, in quel “progressisti nei valori, riformisti nel metodo, ma radicali nei comportamenti, io mi sono pienamente riconosciuto. Lo stile, i comportamenti, la sobrietà sono da sempre per me premessa non eludibile, se vogliamo metterci a servizio del paese e delle nostre comunità.
Sentendo lui domenica mi sono tornate alla mente quelle parole, quella specie di manifesto, con cui insieme a tanti avevamo cercato di aprire un cantiere/progetto nel 2010. Forse oggi non più tutte valide, probabilmente sbagliate nei tempi allora, ma sono parole che in larga parte ancora oggi fotografano la sfida che attende il PD.
In quell’anima e cacciavite ci sta molto di ciò che credo possa e debba essere il Partito Democratico. In qualche misura è la stessa idea che ci aveva indicato Papa Francesco nel suo discorso al Parlamento Europeo nel 2014 quando aveva indicato la “Scuola di Atene” di Raffaello come modello: valori alti per orientare il cammino, e allo stesso tempo capacità di occuparci delle piccole cose, perché di queste è fatta la vita quotidiana delle persone.
Il suo richiamo a superare il modello di correnti e di aree che in questo momento determinano la vita del partito e la volontà di aprire, di dare aria, investendo sui giovani, sulla competenza, dando spazio allo sguardo femminile, recuperando il rapporto con i circoli e con il nostro popolo e con i territori.
Enrico ha messo in gioco la sua generosità, adesso ci è chiesta la nostra.
Oggi con il nuovo Segretario riparte una storia di impegno che rimette sulle nostre spalle nuovo entusiasmo e nuove responsabilità.
Grazie Enrico.