AUTONOMIA, MA RESPONSABILE DAVVERO !

Ho sempre creduto che il federalismo, l’autonomia regionale o comunque un assetto istituzionale più decentrato, nel nostro Paese avesse un senso se migliorava la qualità delle risposte al cittadino e comunque  se associato ad una chiara divisione dei compiti, delle funzioni e delle responsabilità.

Per inciso anche per questo avevo sostenuto con decisione il referendum del 2016, perché con tutti i limiti che poteva avere avrebbe introdotto forti elementi di chiarezza tra i livelli istituzionali e sicuramente migliorato la capacità di resilienza delle stesse Istituzioni nel loro complesso.

Ma questa è storia passata, e quest’ultima puntata della vicenda provvedimenti anti-covid ha reso evidente tutti i limiti del sistema, soprattutto legato al gioco allo scaricabarile di troppi presidenti di Regione.

Ne avevamo già avuto sentore con la vicenda del Trasporto Pubblico Locale aggiuntivo, e adesso ne abbiamo avuto una ulteriore conferma con il percorso che ha portato alla divisione del Paese in tre aree Rossa, Arancio e Gialla e alle conseguenti diverse regole di prevenzione sulla base della gravità della situazione generale.

Come bene ha spiegato il 4 novembre Flavia Perina su Linkiesta,  e come ha argomentato Nadia Urbinati nel suo editoriale dello stesso giorno su Domani, dove sostiene: “I presidenti di regione dopo aver criticato il governo centrale perché non li aveva coinvolti nella decisione di chiudere tutto … La responsabilità è ambita, par di capire, quando associata a decisioni che fanno buona pubblicità a chi le prende - tagliare i nastri, aprire i commerci. alleggerire i divieti: tutto ciò piace molto. Decidere di chiudere, reprimere, togliere spazio-questa è una di quelle responsabilità che i presidenti di regione hanno mostrato di non gradire. E dopo aver gridato all'esproprio delle loro prerogative, sembrano voler lasciare volentieri l'onere dei divieti a palazzo Chigi. In questa crisi, che richiederebbe solidarietà nazionale a partire dai territori, le regioni hanno dimostrato di essere parte del problema, anche a causa di quel coacervo di poteri concorrenti e mal definiti messo in piedi dal titolo quinto.”  

Dopo questa pandemia una seria riflessione sugli assetti istituzionali e sui percorsi di costruzione delle decisioni pubbliche andrà ripreso ed affrontato con energia, perché il prezzo di questo delirio alla fine lo paghiamo tutti e soprattutto coloro che fra noi fanno più fatica.

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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