DILETTANTI ALLO SBARAGLIO : GIOCARE CON IL FUOCO

Nei giorni scorsi abbiamo assistito a scene nella gestione economica e finanziaria del Paese che se non fosse che hanno conseguenze drammatiche sulla vita del Paese sarebbero veramente spassose.
Prima autorevoli esponenti del Governo annunciano l’avvicinarsi di una crisi finanziaria quasi per esorcizzarla, lo stesso Di Maio annunciava per l’autunno una stagione calda, anzi caldissima, quando forse alla luce dei dati sarebbe servito un linguaggio molto più cauto, come in queste ore sta cercando di usare il Ministro dell’Economia, poi un Sottosegretario che usa toni trionfalistici perché il Tesoro ha venduto facilmente 6 miliardi di BTP, dimenticando di ricordare che questo è successo perché nei giorni precedenti, pur con rendimenti che si avvicinavano già al 3%, quegli stessi titoli erano rimasti invenduti e si era dovuto alzare il tasso al 3,2% per collocarli. 

Forse che i registi del Governo stiano pensando di andare allo scontro con i mercati finanziari, oltre che con Bruxelles, della serie "tanti nemici tanto onore" ?
Forse  che qualcuno stia continuando a pensare che la crisi non sia causata dalla paura di milioni di risparmiatori di perdere i propri soldi, ma nuovamente da un qualche complotto dei cosiddetti  ‘poteri forti’. 
O forse anche in questo campo invece di cercare di governare i problemi, si cerca un nemico a cui dare la colpa ? O forse il famoso Piano B del Ministro Savona non era solo fantasia ?
Continuiamo a sperare che il buon senso alla fine prevalga, e per quanto ci riguarda faremo il possibile perché ciò accada.

Intanto gli investitori esteri a maggio e giugno hanno ridotto di 58 miliardi il loro portafoglio in nostri titoli,  e la cosa non sembra fermarsi e questo non è solo un problema per il paese che con l’aumento dello SPREAD spenderà miliardi in più ogni anno per gli interessi sul debito (ogni 100 punti di spread circa 4-5 miliardi di euro), ma anche per le famiglie e le imprese  che si vedranno ridurre la liquidità messa a disposizione dalle Banche ed aumentare il costo della stessa.
In fondo il meccanismo è semplice :
- Se i titoli di Stato per essere collocati richiedono un tasso di interesse più alto, le banche per impiegare le stesse risorse a rischio nelle imprese o con le famiglie chiederanno tassi più elevati;
- Se investitori esteri non investono più in BOT e CCT o altri titoli italiani, quegli stessi titoli saranno acquistati a tasso più alto dalle nostre banche, le quali quindi nuovamente per gli altri investimenti a imprese o famiglie chiederanno tassi più alti.
In ogni caso l’aumento dello spread si traduce in maggiori costi per Stato, famiglie e imprese.

Per questo non ha senso  nelle nostre condizioni sfidare i mercati,  e per questo non stupisce che, dopo che era cresciuta fino a inizio di quest’anno, stia nuovamente calando la fiducia di imprese e famiglie .

Speriamo veramente che chi ha la responsabilità di governare il Paese rinsavisca presto.

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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