LEGGE DI BILANCIO: ESITO PEGGIORE DELLE PEGGIORI PREVISIONI

Era stata annunciata la manovra del popolo, che con un  miracolo, alla faccia di tutte le sostenibilità e di tutte le sensatezze avrebbe dato risposta a tutte le aspettative, giuste o sbagliate che fossero di tutti i cittadini, tanto, il nuovo che avanza ci ha spiegato, le cose basta volerle e non ci sono problemi.

La manovra del popolo come ci avevano spiegato in campagna elettorale i 5Stelle che avrebbe previsto 17 miliardi per dare a tutti il reddito di cittadinanza e l’integrazione pensionistica per fare anche la pensione di cittadinanza, a tutti a 780 ero al mese. 

E poi l’abolizione della riforma Fornero, la Lega spiegava, con 12 – 15 miliardi, mandando tutti in pensione con somma 100 tra età e  anzianità di lavoro, e poi, sempre la Lega, la abolizione delle odiose accise sulla benzina ed il superamento di tutte le clausole di salvaguardia, di nuovo i 5Stelle.

Poi siamo arrivati alla Legge di Bilancio con una prima realistica restrizione di orizzonte, con 9 miliardi per il reddito di cittadinanza e 6,7  per le pensioni, accise e clausole sparite perché “non si può fare tutto subito”, e con la festa dal balcone per il 2,4 %  di deficit/PIL, ed i proclami alla volta della Commissione europea, che “dovrà farsene una ragione” perché “noi non faremo passi indietro”.    

Poi inizia il ballo dei nostri titoli di stato con lo spread a quasi 400 e le aste dei titoli quasi deserte, la paura di re-infilare il Paese in un fil già visto nel 2010-11 che ci ha portato alla chiamata di Mario Monti per salvare il Paese, e inizia la trattativa con la Commissione Europea, con l’epilogo di ieri.

Accordo che prevede tagli per 9 miliardi e maggiori imposte ed accise per 1,25 miliardi.

Con in reddito di cittadinanza che scende a 7 miliardi, ma con 1 miliardo destinato ai Centri per l’impiego e calcolando che nei 7 sono inglobati i due miliardi e mezzo già stanziati per il REI (Reddito di Inclusione), e cioè al netto di tutto  stiamo parlando di circa 3,5 miliardi cioè 1 in più del già previsto raddoppio del REI .

La cosa a mio giudizio folle è che questa maggioranza, per poter dimostrare che “non si arretra”, mette in campo una manovra che di fatto è assistenzialismo e pensioni, e per poterlo fare, come
bene hanno spiegato i media
introduce tagli agli investimenti pubblici, toglie incentivi agli investimenti privati e delle imprese, aumenta imposte ed accise, e ipoteca il futuro, creando una clausola
di salvaguardia mostruosa
 
per il 2020 di oltre 23 miliardi di euro, che nel caso non vi siano tagli di costi o aumenti di entrate (imposte o accise) porterebbe l’IVA al 26,5%. Come ho già detto, e come ha bene spiegato il Prof. Cottarelli su La Stampa,  un percorso pericoloso per il Paese.

Il percorso di approvazione come spiegato nei giorni scorsi non è ancora concluso, abbiamo ricevuto in Commissione i tanto attesi Emendamenti del Governo e dei Relatori, ma aspettiamo ancora il testo finale che arriverà solo oggi venerdì 21 dicembre nel tardo pomeriggio, a testimonianza di una procedura surreale che certifica, se ve ne fosse ancora stato bisogno quanto tutto ciò che le due forze di governo hanno raccontato negli ultimi anni e poi mesi fosse solo strumentale e finalizzato al consenso. Alla prima prova dei fatti la trasparenza, il rispetto delle regole, la centralità del Parlamento, che erano i loro cavallo di battaglia sono diventati carta straccia.

Nel balletto che in queste settimane ha preparato questo risultato intanto si sono persi 2 miliardi per maggiori costi di interessi sul debito con lo spread a quasi 400 e si sono persi decine di miliardi di euro di capitalizzazione di società italiane, si sono perse decine di miliardi di investimenti stranieri, si è persa credibilità internazionale e fiducia. Come ben spiegato
in questo articolo di Ruffolo su Repubblica
 
si è perso e basta.

Dopo queste settimane sono rafforzato nella convinzione che la strada maestra era e rimane quella di sostenere investimenti pubblici e privati, di investire in formazione e innovazione, di ridurre il carico fiscale sul lavoro e sugli investimenti e sul fronte sociale era raddoppiare le risorse del REI che aveva il grande pregio di essere attuabile subito ed in modo sperimentato e di dare risposte concrete passando dalle attuali 700 mila nuclei familiari interessati , pari a circa 2,5 milioni di cittadini, con il raddoppio delle risorse a oltre un milione di nuclei a oltre 3,5 milioni di cittadini e aumentando anche le risorse previste, e sul fronte pensionistico sarebbe però possibile continuare la strada intrapresa nella passata legislatura, che ha consentito di restituire ai pensionati 20 miliardi di euro (8 salvaguardie, Ape, Opzione Donna, cumulo gratuito dei contributi e aumento della quattordicesima), intervenendo con una nona salvaguardia esodati, il proseguimento di Opzione Donna, l’Ape strutturale e abbassando la pensione di anzianità dalle soglie attuali puntando a ridurre il più possibile verso i 41 anni di contributi versati.

Purtroppo lo spazio vero di confronto è mancato.

Peccato. Una occasione persa.

Nelle prossime ore conosceremo il contenuto puntuale e avremo poi occasione di parlarne.

Mino

Mino Taricco utilizza cookies tecnici e di profilazione e consente l'uso di cookies a "terze parti" che permettono di inviarti informazioni inerenti le tue preferenze.
Continuando a navigare accetti l’utilizzo dei cookies, se non desideri riceverli ti invitiamo a non navigare questo sito ulteriormente.

Scopri l'informativa e come negare il consenso. Chiudi
Chiudi
x
Utilizzo dei COOKIES
Nessun dato personale degli utenti viene di proposito acquisito dal sito. Non viene fatto uso di cookies per la trasmissione di informazioni di carattere personale, né sono utilizzati cookies persistenti di alcun tipo, ovvero sistemi per il tracciamento degli utenti. L'uso di cookies di sessione (che non vengono memorizzati in modo persistente sul computer dell'utente e scompaiono, lato client, con la chiusura del browser di navigazione) è strettamente limitato alla trasmissione di identificativi di sessione (costituiti da numeri casuali generati dal server) necessari per consentire l'esplorazione sicura ed efficiente del sito, evitando il ricorso ad altre tecniche informatiche potenzialmente pregiudizievoli per la riservatezza della navigazione degli utenti, e non consente l'acquisizione di dati personali identificativi dell'utente.
L'utilizzo di cookies permanenti è strettamente limitato all'acquisizione di dati statistici relativi all'accesso al sito e/o per mantenere le preferenze dell’utente (lingua, layout, etc.). L'eventuale disabilitazione dei cookies sulla postazione utente non influenza l'interazione con il sito.
Per saperne di più accedi alla pagina dedicata

Individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei cookie.
Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

Consulta il testo del provvedimento