PER QUALCHE VOTO IN PIU'

Si è chiusa l’odissea dei 49 profughi che stavano aspettando una qualche soluzione, dopo che per settimane l’Europa li aveva abbandonati al loro destino  al largo di Malta, e da persona umana non posso che esprimere sollievo e augurare ogni bene a quelle persone.

Ma al tempo stesso devo esprimere tutto lo sconcerto  e l’amarezza per il livello di cinismo che ha raggiunto l’azione del Governo italiano in questa vicenda, e al tempo stesso lo sgomento per il livello di pachidermia e di inefficacia che ha manifestato la Commissione Europea, sia pur nella consapevolezza che questo tema è competenze dei singoli Paesi, che nella sua gestione ha reso evidente la distanza che ancora ci separa dall’idea di Unione Europea che in tanti abbiamo in cuore.

Con ciò che è successo, e ciò che è seguito,  è stato certificato che praticamente sono stati  bloccati gli accessi al nostro Paese , imprimendo un rafforzamento ed una accelerazione anche emblematica, dal mio punto di vista in modo inaccettabile e per certi versi inumano,  ad un percorso che era già stato avviato, sia pur con modalità, spirito ed orizzonti,  totalmente differenti,  alla fine della precedente legislatura, difatti  se usciamo dalle sensazioni e ci atteniamo ai dati, è evidente che
eravamo già all'inizio del 2018 dentro una drastica contrazione del fenomeno,
 
e che tutti gli osservatori e le analisi dicevano  che dopo la crisi del 2015 la situazione si stava normalizzando, e che soprattutto il cavalcare e gridare all'emergenza e gli allarmi strofici erano del tutto strumentali.

Il Governo ha scelto di concentrarsi solo sugli sbarchi e solo su alcuni sbarchi, dal forte valore simbolico, altri anche in questi giorni sono
totalmente ignorati,
  perché ad una certa narrazione "non servono", non sono funzionali  a costruire il mito del novello "Superman", cui tutta questa cagnara pare essere orientata.

Il problema è che ciò che sta accadendo non  è indenne da conseguenze immediate, sia sul contesto culturale del Paese ma soprattutto perché genera la perdita di migliaia di vite umane ,  alla faccia della narrazione che quotidianamente ci viene propinata,  che mette tra le finalità di un vero e proprio orrore comportamentale la volontà di salvare vite. 

Ma ciò che sta accadendo pone a dimora anche semi che produrranno frutti nefasti nel tempo, come bene ci suggerisce e ci tratteggia in
questo scritto Domenico Quirico
, anche perché nulla di ciò che da anni si dice che si dovrebbe fare, e che negli anni passati si è cercato di fare crescere,  in questo momento si sta perseguendo:

- l’aiuto alla cooperazione  internazionale, il cosiddetto “aiutarli a casa loro”,  dopo alcuni anni di crescita non solo non continua il trend ma sembra proprio non essere al centro dell'agenda di questo
governo
;

- e la costruzione di corridoi umanitari  sono al momento solo frutto dell’iniziativa di impegno dell’associazionismo cristiano come  Caritas
e Sant'Egidio
, come bene dice anche lo stesso Ministero.

E mentre qui si fa propaganda  la situazione nei paesi di origine è sempre più grave e conoscere la realtà ci aiuta anche a capire ciò che intorno ci sta realmente accadendo.

Il vero tema rimane comunque sempre quello dell’integrazione, della gestione corretta degli stranieri qui sul nostro territorio, nelle nostre città e nelle nostre comunità, e su questo anche il centrosinistra, nella passata stagione di governo, aveva iniziato, sia pur con fatica, a produrre politiche virtuose, anche se solo a fine legislatura, nella gestione Minniti, ma i primi frutti con gli SPRAR avevano iniziato a vedersi.

Poi purtroppo con i decreto chiamato "sicurezza" si è iniziato a smontare tutto,  ed il rischio di minare l'integrazione , creando maggiore insicurezza è molto forte.

Ridurre tutto a propaganda, oltre che sbagliato e anche dannoso in termini di reale sicurezza, è anche disumano e sicuramente non ci aiuterà a costruire un Paese migliore.


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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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