RIPENSARE UNA POLITICA DELLA IMMIGRAZIONE
nelle misure rappresentate, e sostanzialmente in linea con quanto avveniva negli anni scorsi (leggere QUI, QUI e QUI) incremento ovviamente cavalcato con spudorata, e purtroppo non imprevedibile, spregiudicatezza, con le stesse modalità con cui negli anni scorsi si è enfatizzato il ruolo delle ONG e si è finto di ignorare il fenomeno dei barchini da cui invece proveniva e proviene oltre l’80% degli arrivi, si ripropone con attualità cogente una riflessione generale e di fondo sulle politiche migratorie nel nostro paese.
della Corte Costituzionale che, con la sentenza delle scorse settimane, ha di fatto ha dato una altra grossa picconata nella direzione della definitiva destrutturazione dei decreti cosiddetti “sicurezza” voluti dall’allora Ministro degli interni Salvini che come si era reso evidente, praticamente da subito, nella loro applicazione che non funzionavano e che avevano una molteplicità di contraddizioni e di effetti esattamente antitetici alle finalità che le norme dicevano di voler perseguire, come ben è stato spiegato anche QUI’ , QUI’ e QUI’.
Massimo Livi Bacci, (allora senatore Pd e professore di demografia), un testo di dieci anni fa ma straordinariamente attuale, che ci riporta al fatto che il tema non è tanto quello degli sbarchi, o almeno non è solo quello, ma era e rimane, come sostenevo già anche l’anno scorso proprio in questi giorni, ma già anche negli anni precedenti, soprattutto quello della gestione, del rapporto tra coloro che hanno diritto ad asilo o ad altre protezioni e coloro che sono solamente irregolari, pur rimanendo in ogni caso persone, con uno status diverso, ma persone, avendo le idee chiare cioè su come rapportarci con tutti coloro che arrivano, in un modo o nell’altro, sul territorio del nostro Paese.
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