Lo avevo purtroppo già anticipato nella precedente NEWSLETTER che l’economia italiana mostrava evidenti tutti i segni di un rallentamento. Era già nell’aria e purtroppo ci aspettavamo la frenata, e anche nelle analisi e previsioni a fine anno 2018 tutti gli indicatori segnavano meno, sicuramente in conseguenza di un rallentamento di tutta l’economia europea, ma è evidente che anche il clima crescente di sfiducia e di incertezza sulle scelte economiche, sulle infrastrutture, e sulle politiche di bilancio, finanziarie e fiscali del Governo Conte-Salvini-Di Maio ha dato un contributo straordinario a questo tonfo. Ed anche gli ultimi dati sulla produzione industriale purtroppo lo confermano. L’approccio spartitorio e lottizzatorio tra i due contraenti del “contratto di governo”, senza un preciso disegno di futuro, senza una politica di sviluppo ed industriale degna di questo nome, ha contribuito ad enfatizzare i problemi ed i ritardi del Paese, un decreto “dignità” che come si può leggere QUI 1 e QUI 2 , ha acuito tante incertezze, la legge di bilancio dal profilo assistenzialista e condonistico, hanno acuito la sensazione di un governo più concentrato sulla ricerca di consenso facile ed immediato e meno attento a politiche realmente di sviluppo e di crescita economica.
Lo dicono i numeri purtroppo l'Italia è tecnicamente in recessione, noi, continuo a ripeterlo, lo avevamo già detto in sede di approvazione della Legge di Bilancio, il cambiamento c'è e si vede, purtroppo, al di la delle polemiche e della propaganda ed è il fatto che dopo 4 anni di crescita magari non così vivace, adesso si rischia però di fermare tutto, e ciò che abbiamo di fronte è un cambiamento, quello si evidente e tangibile, che è decrescita. Lo ha detto bene Cottarelli servirebbe uno sguardo maggiormente realisco che guardi in faccia la realtà e non invece uscite fuori dal mondo come quella del il Presidente Conte ci dice che il 2019 sarà bellissimo.