NEXT GENERATION YOU. L’EUROPA C’E’
L’aspettavamo tutti con ansia questo segnale.
Da qualche giorno, lo ammetto, eravamo in tanti ad essere in grande apprensione, e non solo per il rischi che avrebbe corso il nostro Paese con il contraccolpo che sarebbe derivato da un fallimento, ma proprio perché ne sarebbe stata compromessa forse irrimediabilmente l’idea di Europa che avevamo in cuore.
Oggi alla luce del risultato raggiunto, direi che l'Unione europea ha superato bene un tornante sicuramente non facile , ma fondamentale e decisivo per il suo futuro.
Io sono tra coloro che hanno sempre creduto che avessimo, e che ancora abbiamo, bisogno di una Unione europea più integrata e maggiormente capace di scelte coraggiose, di un’Europa e di una Unione europea capace di diventare comunità, unita da uno stesso orizzonte e animata dagli stessi valori e orientata dagli stessi ideali.
L’aver avviato strumenti comuni per affrontare la disoccupazione come il SURE, le azioni messe in campo dalla BEI e dalla Banca europea di investimenti, e dalla BCE credo sia un passo avanti straordinario, ed adesso con i 750 miliardi del “Recovery Fund” Next Generation EU, un insieme di misure di cui avevo già parlato, è indubbiamente un salto in avanti fino a pochi mesi fa inimmaginabile.
Per chi vuole approfondire leggere anche QUESTO.
Adesso inizia il lavoro vero : spendere le risorse disponibili facendole
diventare un vero e proprio volano di modernizzazione e di recupero di competitività del Paese, e saper spendere bene.
diventare un vero e proprio volano di modernizzazione e di recupero di competitività del Paese, e saper spendere bene.
Un’ultima annotazione: se, come dicono Salvini ed i suoi sodali, fosse vero che questo accordo è una fregatura per il paese, non si spiegherebbe per quale motivo i suoi amici nordici siano così arrabbiati con questo accordo.
Sarà un percorso straordinario, e dalla qualità del suo esito dipenderà il futuro del nostro Paese ed il profilo stesso della Unione europea che lasceremo ai nostri figli.
In allegato la scheda dell'Ufficio Studi predisposta in vista del Consiglio europeo del 17-18, che poi si è conclusa con l'accordo del 21 luglio 2020