NEWSLETTER n. 13/2018

Carissime amiche e carissimi amici,

dopo il forte sconcerto ed il disorientamento dei primi momenti per quanto accaduto domenica, che se vorrete potrete ripercorrere qui nei riassunti di tg24 skyilpostilfattoquotidiano e repubblica, voglio provare a dare un po’ di ordine per chhiarire ciò che è realmente successo.

Innanzi tutto credo sia utile sgombrare il campo da ipotesi balzane sull’esistenza di presupposti per la messa sotto accusa del Capo dello Stato, come ben ha chiarito il Presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, il Prof. Cesare Pinelli docente di Diritto costituzionale alla Sapienza di Roma e come hanno chiarito in una lettera un gruppo di costituzionalisti e ben hanno spiegato gli organi di stampa, il Capo dello Stato si è mosso a difesa degli interessi del Paese e lo ha fatto nel pieno rispetto delle sue prerogative costituzionali, come peraltro la marcia indietro dei 5Stelle ha reso evidente in queste ore.

Nel merito poi la posizione del Presidente della Repubblica era ed è sostanzialmente condivisibile, perché accettare come Ministro dell’Economia, delle Finanze e del Tesoro Paolo Savona significava mandare un chiaro segnale al mondo, anche in virtù delle posizioni che questi aveva assunto negli ultimi anni, sino ad arrivare alla  predisposizione di un vero e proprio "Piano B”, di uscita dall’Euro dell'Italia.

In un Paese come il nostro con un indebitamento prossimo ai 2300 miliardi di euro e con un costo annuo degli interessi sul debito pari a poco meno di 70 miliardi l'anno, e nel quale ogni punto di interessi ridotto  in passato ci ha fatto risparmiare  e oggi rischia oggi di farci spendere dai 5 ai 10 miliardi in più, il Prof. Paolo Savona non è la figura più adatta a fare il Ministro dell'Economia, perché il solo fatto che qualcuno potesse pensare, all’uscita dall’Euro avrebbe potuto come poi è successo portare conseguenze molto pesanti.

Per questo credo sia necessario essere grati al nostro Presidente e credo a questo riguardo possa essere utile rivedere e risentire il drammatico discorso con cui ha comunicato al Paese domenica sera  l’esito della drammatica giornata, sono solo sette minuti ma da ripercorrere con grandissima attenzione.

Di Sergio Mattarella mi ha sempre colpito la grandissima dirittura morale ed il senso delle Istituzioni, che lo portarono anche a dimettersi da Ministro per non votare una legge ritenuta ingiusta nel 1990.

Anche per questo ho molto apprezzato le espressioni di vicinanza e di sostegno portate in molteplici forme al Presidente, da parte di molti cittadini ed associazioni, le prese di posizione della Presidenza dell'Azione Cattolica e le mobilitazioni di ANPI e del Partito Democratico unitamente a tutti cloro che hanno a cuore la tenuta democratica del Paese.

Perché ciò che è successo è un comportamento da irresponsabili, ed un atteggiamento da parte dei due partiti che potrebbe essere definito quasi di squadrismo istituzionale, e che non può e non deve essere sottovalutato.

I toni arroganti, violenti e sprezzanti usati nei giorni e nelle scorse ore da Salvini e da Di Maio e da molti loro seguaci, non possono essere derubricati a semplice folclore, perché non lo sono, sono stati una vera e propria aggressione, un vero e proprio tentativo di occupare le Istituzioni, che solo in epoca fascista trova situazioni paragonabili.

Una democrazia si sostanzia anche nel rispetto della forma e delle regole. Il confronto e lo scontro tra partiti e opzioni politiche non può mai arrivare a mettere  in discussione gli assetti e gli equilibri istituzionali.

La differenza tra potere assoluto e democrazia sta proprio nel fatto che nel caso del primo chi vince prende tutto e lo fa senza regole e senza limiti, e nel secondo caso, che è quello delle democrazie come le conosciamo noi, chi vince lo fa dentro un quadro di regole che ne limitano i poteri con i molte volte citati “pesi e contrappesi”.

Non per nulla l’articolo 1 della Costituzione recita “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” 

Noi abbiamo proposto nel 2016 una modifica della Costituzione nella sua parte di assetto delle Istituzioni, e gli italiani, soprattutto coloro che hanno sostenuto nelle recenti elezioni i due partiti in lizza per il governo, hanno detto legittimamente di no.

Al di la delle idee di ciascuno credo sia legittimo, con le procedure previste, voler modificare le regole, ma finché queste sono in vigore si applicano e si rispettano. 

Le parole pronunciate da Di Maio e Salvini nei giorni scorsi con vere e proprie minacce e tentativi di intimidazione al Capo dello Stato, sono un salto indietro preoccupante di qualità nella democrazia reale nel Paese.

Alcune ultime riflessioni:

- Credo sia utile ripercorrere come siamo arrivati a queste elezioni ripartendo da ciò che è successo nel 2011.

-  Nel contesto di queste premesse si è mossa la precedente legislatura e si è poi arrivati alle elezioni del 4 marzo 2018, che hanno visto la nostra sconfitta. Su questa abbiamo già avviato una profonda riflessione

-  Quelle elezioni hanno visto una coalizione ed un partito che hanno immediatamente dichiarato all’intero Paese che avevano vinto e che adesso toccava a loro governare.

- Elezioni nelle quali il centrodestra ed i 5Stelle hanno promesso mari e monti a tutti, con annunci chiaramente impraticabili.

- Dopo quasi tre mesi dalle elezioni per mettere a punto l’Accordo di governo di cui ho parlato nella precedente newsletter, allo stato dell’arte non sappiamo ancora quale sarà la prospettiva di governo del nostro Paese.

- La sensazione si fa sempre più vivida, proprio per la impossibilità di dare attuazione a proposte chiaramente inattuabili, è che la Lega in realtà il governo non lo abbia mai voluto fare, ed abbia guidato per mesi un gioco sulla pelle del Paese.

Due ultime considerazioni:

- Abbiamo in questi ultimi mesi sentito dire di tutto sul debito pubblico, alcuni hanno sostenuto che sarebbe quasi un'invenzione finanziaria, e sullo spread e su come funziona, i fatti queste ultime ore ci dicono che certi approcci da apprendisti stregoni può costare molto caro al Paese, e vanificare tutti gli sforzi fatti in questi ultimi anni per risanare i conti del Paese.

- Abbiamo assistito nella giornata di ieri alle  dichiarazioni vergognose del Commissario Oettinger  che, anche se poi rettificate e smentite, sono gravissime e stupide, e bene hanno fatto in tanti a chiederne le dimissioni. Credo che sarebbe cosa buona che chi riveste ruoli importanti nelle Istituzioni avesse consapevolezza che le parole hanno un peso e vanno usate con equilibrio.

Per tutti questi motivi le manifestazioni previste a sostegno della democrazia nel nostro paese sono un segno importante e sono ad invitare tutti coloro che ne hanno a cuore le sorti a sostenerle e partecipare

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Provvedimento n.229 dell'8 maggio 2014 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014.

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