NEWSLETTER n. 4/2018
Carissima e carissimo,
conclusione di una settimana intensa in Senato, nella quale dopo oltre 600 voti, è stato approvato quello che è stato etichettato come “decretone”, che introduce il Reddito di Cittadinanza (RdC) e la cosiddetta riforma pensionistica “quota 100”.
Ho cercato di spiegare QUI il senso del voto contrario che, io convintamente, con tutto il Gruppo Partito Democratico al Senato, abbiamo espresso su questo provvedimento.
Un voto negativo sul metodo, perché ancora una volta non c’è stato nessun confronto tra maggioranza e minoranze sul tema, TUTTI i nostri emendamenti, tutti di merito, senza nessuna volontà ostruzionistica, sono stati respinti, senza che sostanzialmente vi sia stata una vera disponibilità al confronto, ripeto, su emendamenti che miravano a migliorare e ad affinare.
Ma è stato soprattutto nel merito che questo provvedimento è problematico, perché se sicuramente può essere considerato positivo il fatto che ci siano più risorse per la lotta alla povertà e per la risposta alle fragilità sociali in generale, il fatto che queste risorse siano tutte recuperate aumentando il deficit, e quindi scaricandone il costo sul futuro e sulle future generazioni, crea non pochi interrogativi sulla loro sostenibilità presente e futura. E poi perché l’approccio ibrido (una unica risposta a tanti problemi molto diversi tra loro, che richiederebbero risposte diversificate e più puntuali sulle singole questioni), rischia di essere inefficace addirittura peggiorativa rispetto ad un quadro presente che ha visto risultati positivi, pur avendo a disposizione, sino ad oggi, risorse che pur essendo crescenti erano comunque insufficienti.
Noi avevamo previsto per questo esercizio un significativo aumento di risorse sia per il REI (per cui era previsto il raddoppio), sia per la NASPI, sia per l’APE SOCIALE, e ci spiace che con un consistente aumento di risorse, al di là della provenienza, si rischi non solo di sprecare ma di fare danni.
Di seguito il testo della relazione del Prof. Tommaso NANNICINI in Aula al Senato che chiarisce sul piano dei contenuti il perché del nostro NO, e la sua replica alla fine della discussione generale, e poi la dichiarazione di voto di Matteo Renzi a nome del PD che ne chiarisce le motivazioni culturali e politiche.
Ma è stata anche la settimana dei comunicati stampa e degli annunci sul completamento della Asti Cuneo, con una ipotesi di non completamento dell’iter frutto dell’accordo tra il MIT guidato da Graziano Del Rio, la società concessionaria e la Commissione UE, il cosiddetto “cross-financing”, per sostituirlo con una nuova ipotesi di accordo, che spiego QUI, sarebbe uno straordinario regalo al concessionario.
Ma soprattutto ci stiamo avvicinando all’appuntamento del 3 marzo, alle Primarie del Partito Democratico. Mi permetto di sollecitare tutti e ciascuno, mi permetto di sollecitare te che stai leggendo, ad andare a votare e ad invitare amici, parenti e tutti coloro che, al di là del PD, hanno a cuore il presente ed il futuro del Paese. Perché il voto di domenica sarà importante oltre che per l’esito, anche per la modalità.
Il Paese ha bisogno di un Partito Democratico forte, e lo dico con convinzione, come baluardo di democrazia e di partecipazione vera, non solo con un click, e se è vero che su questo tema c’è ancora molta strada da fare è anche vero che è l’unica comunità politica che con tutte le sue fatiche ci sta provando. Un PD forte è fondamentale anche per cercare di valorizzare le esperienze amministrative virtuose, per cercare di fare e di valorizzare ciò che si ritiene bene per il futuro del paese e delle nostre comunità, e di non cedere ad un’idea di politica tutta orientata alla ricerca di un consenso tra l’altro tutto orientato al presente.
Per questo dare forza al PD, con tutti i suoi limiti ed i suoi ritardi, è dare forza al paese, e per questo sostengo Maurizio Martina, perché in questo momento rappresenta compiutamente questo sforzo, per un PD sempre più a servizio del Paese, partendo convintamente dalle tante cose positive fatte e con la capacità di migliorare e correggere le scelte e le proposte che lo richiedono, e perché per fare questo il PD ha bisogno di una segreteria impegnata a tempo pieno e fortemente motivata alla ricerca delle ragioni dell’unità, nella convinzione che le diversità governate e portate a sintesi possono essere una straordinaria ricchezza.
Buona domenica e buon voto a tutti.
Mino Taricco
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