NEWSLETTER n. 1/2022
Carissime e carissimi,
il nuovo anno è iniziato tra speranze di una ripartenza verso un recupero di normalità perduta, e le preoccupazioni per una pandemia non ancora domata che dopo due anni ci vede più fiduciosi ma ancora provati ed affaticati. Una stagione, quella che abbiamo alle spalle, nella quale le nostre comunità hanno pagato un prezzo molto alto da tutti i punti di vista, nella quale sono aumentate le fragilità e le ingiustizie, nella quale abbiamo cambiato magari molti aspetti del nostro modo di vivere e non sempre in meglio, e nella quale ci siamo un po’ persi di vista. Nella quale purtroppo si sono dovute assumere decisioni di restrizioni e di nuove regole che condizionano la vita di tutti noi, ma si sono dovute assumere perché è in gioco il nostro futuro, la nostra salute ed il recupero di una agognata “normalità” perduta.
Su tante di queste cose troverete documentazione nelle notizie che seguono.
Ma nelle pagine che seguono troverete soprattutto materiali sulla notizia che ci ha colpiti tutti in queste settimane, cioè sulla morte improvvisa del caro David Sassoli, e su come una vita come la sua ha saputo parlare alle nostre. Come ho già avuto modo di scrivere, ho sempre sentito con lui una sintonia profonda, forse per la sua storia, per i comuni valori e cultura di riferimento, o per come ha rivestito il ruolo di Presidente del Parlamento così importante in questa stagione, ma forse soprattutto perché sentivo di avere davanti una persona bella, un uomo impegnato nelle Istituzioni che non aveva perso la capacità di passione civile, di emozionarsi e di stupirsi. E questo, soprattutto in politica, è una ricchezza grande.
Anche su questo troverete spunti e pensieri he spero possiate condividere.
E poi da lunedì sarà al centro dell’attenzione del paese e del mio impegno come Senatore l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Credo che questa possa essere l'occasione per dire un grande grazie a Sergio Mattarella.
Nel suo discorso di capodanno aveva voluto ringraziare gli “italiani per avere mostrato il volto migliore” del paese, noi ora credo dobbiamo a lui la nostra gratitudine per come in questi sette anni ha servito le Istituzioni e la nostra comunità civile, per la sobrietà, la semplicità, la fermezza, e al tempo stesso l’autorevolezza con cui ha svolto il suo mandato. Come ho già avuto occasione di sostenere, nelle persone apprezzo soprattutto la coerenza, i comportamenti e lo stile, che soli danno credibilità alle parole, alle idee e all’azione in generale. In questi sette anni abbiamo tutti avuto occasione di apprezzare in lui la ricchezza sia dell’azione sia dello stile. Se è vero, ed io credo lo sia, che nelle Istituzioni la forma è sostanza, lui ne è stato la virtuosa dimostrazione plastica. Grazie Presidente.
Nelle notizie troverete poi interessanti informazioni su come si svolgeranno le elezioni, su quali sono i compiti ed i poteri del Presidente, e curiose notizie su come sono andate ne cose nelle altre lezioni.
All’inizio di questo nuovo anno voglio riportare anche una riflessione sulla pace che ha vissuto una sua giornata celebrativa il 21 dicembre scorso, ma che credo ben si attagli all’inizio del nuovo anno. Come ci dice Papa
Francesco la pace “è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso”, perché la sua realizzazione chiede sicuramente una “architettura” della pace, che attiene alle diverse istituzioni della società, ma anche un “artigianato” della pace “che coinvolge ognuno di noi in prima persona” che chiama tutti noi all’impegno quotidiano, anche o forse soprattutto all’inizio di ogni stagione.
Anche perché vi è molto da fare, perché molte sono ancora le cose che si palesano come critiche in questa nostra società moderna ed avanzata, anche in questo posto straordinario in cui abbiamo la fortuna di vivere, che è l’occidente europeo, ed una di queste è che è peggiorata la situazione dal punto di vista dell’accesso alle notizie anche in questa parte di mondo. Secondo RSF i giornalisti si sono trovati di fronte a una “chiusura dell’accesso” al campo così come alle fonti, a causa o con il pretesto della crisi sanitaria.
Ma ci sono anche buone notizie, a partire dal fronte climatico offertici da un interessante articolo su Formiche che ci fornisce, in un campo nel quale invece sembrano esserci sempre solo approcci catastrofici, uno spazio di ottimismo, ai segnali colti da un articolo su Il sole 24 ore che legge le sfide in atto per recuperare i ritardi sociali verso l’universo femminile evidenziando i motivi per vedere il mezzo bicchiere pieno.
E poi tre buone notizie a livello internazionale recuperate su Internazionale, per cogliere in ciò che si muove nel mondo motivi di speranza anche in luoghi dove sembra difficile o addirittura impossibile.
Per concludere una storia positiva, una buona notizia snodata lungo trent’anni di storia, dalla nascita della cooperazione sociale al suo riconoscimento pubblico appunto trent’anni fa con l’approvazione della 381/91, attraverso uno “Speciale di Impresa sociale” (anche in PDF) nel quale sono raccolti oltre cinquanta documenti, quasi tutti databili tra l’inizio degli anni Ottanta e i mesi immediatamente successivi all’approvazione della 381/1991, che possono costituire uno straordinario strumento per coloro che vogliano comprendere le origini del fenomeno che ha caratterizzato ed accompagnato l’evoluzione del terzo settore in questi decenni.
Un’ultima curiosità, ho trovato questo articolo che mi ha solleticato, a cavallo tra un consiglio ed una provocazione, ma sicuramente interessante, sulla virtù del procrastinare, del rinviare, un atteggiamento che non sempre ha goduto di buona fama, ma che qui è posto da una angolatura diversa, e come quasi sempre succede, cambiando l’angolatura cambia la realtà percepita. Lo porgo senza commenti, è un punto di vista, curioso, interessante, stimolante.
Buona lettura.
Mino
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