NEWSLETTER n. 5/2020
Carissime e carissimi,
nei giorni scorsi abbiamo celebrato la Pasqua prima e la Festa della Liberazione poi che, proprio per le condizioni particolari nelle quali si sono svolte, e per la stagione che le ha accompagnate, lasceranno nei nostri cuori un segno profondo, e per tanti versi straordinariamente importante e fecondo.
La Pasqua e la Festa della Liberazione, mi si scusi l’accostamento ardito, hanno una radice comune, perché sono in fondo due momenti nei quali siamo chiamati a ri-cordare, cioè richiamare, riportare al cuore, e in ambedue i casi illuminati da quell’evento siamo invitati alla rinascita e alla rigenerazione, nel primo caso più personale e interiore, nel secondo più comunitaria e civica.
Nella transizione cui saremo chiamati, ad una normalità che non sarà più quella di ieri, in cui probabilmente cambierà tanto del nostro modo di vivere, sarà importante avere priorità valoriali e principi orientanti forti, che in ogni passaggio e in ogni scelta ci aiutino a definire urgenze e priorità.
Oggi e domani, nel ridisegnare il nostro vivere insieme, proprio come 2000 anni fa e come 75 anni fa, ogni aspetto della nostra vita ci chiederà di decidere a cosa rimanere fedeli e da che parte stare. E dovremo farlo perché parole come pace, giustizia, libertà , recuperino e conservino il loro senso più pieno, e la loro forte capacità di orientare nel concreto i nostri singoli passi e interi percorsi.
Per questo, nell’esprimere vicinanza alle tante ed ai tanti che hanno perso al loro affetto persone care, e nell’esprimere gratitudine a tutti coloro che hanno pagato prezzi altissimi, in termini di impegno, di rischi e di sofferenza, in questa vicenda, voglio sperare e augurare a tutti che nulla del vissuto vada sprecato, per questo la condizione particolare e i tempi nei quali viviamo, nonostante tutte le limitazioni, possono diventare una occasione rigenerante.
Ma questi sono anche i giorni in cui viene approvata in via definitiva la conversione del primo decreto, che diventa quindi legge, per affrontare l’emergenza Covid-19.
E sono anche i giorni nei quali si definiscono i contorni della più grande manovra economica che abbia mai fatto il nostro Paese, una operazione da quasi 150 miliardi di euro, e nei quali l’Unione Europea dopo aver troppo a lungo tergiversato si appresta a mettere in campo un pacchetto di interventi da quasi 3 trilioni (3.000 miliardi) di euro a sostegno delle nostre economie, delle imprese, del lavoro, delle famiglie e della dignità della vita di milioni di persone.
E ancora, sono anche i giorni in cui si definiscono i dettagli di un percorso di riapertura che si è avviato e che si snoderà nelle prossime settimane come indicato dal DPCM 26 aprile 2020, e che si dovrà snodare, pur tra tante criticità e mille punti di vista diversi, in un quadro di cautele molto pressanti, perché come comunità siamo ancora molto fragili ed esposti a ricadute, e sarà fondamentale scegliere e decidere alla luce di studi e ricerche realizzati per orientare le scelte da fare, (questa bozza è resa disponibile solo per dare il senso della complessità delle scelte).
Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, appunto, con molta gradualità recupereremo una rinnovata normalità, nella consapevolezza che non sarà più quella di prima, non solo perché avremo nuove regole e tempi rinnovati, ma anche perché questa stagione particolare ha reso evidenti molte storture e molti limiti nel nostro vivere oggi, e come tutte le situazioni di crisi questa è anche una straordinaria occasione per provare a raddrizzare ciò che era sviato, scommettendo su quell’aspetto del concetto stesso di crisi che apre ad un futuro migliore.
Buona lettura.
Mino Taricco
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