NEWSLETTER n. 15/2016

È iniziata la partita della Legge di Bilancio.
Una partita complessa e delicata che Governo e Parlamento si accingono a giocare con Bruxelles, ma anche con i problemi del paese, con la necessità di sostenere un’ancora flebile fiducia di imprese e cittadini e con la responsabilità di sostenere tutti coloro che sul futuro ci stanno scommettendo. 
Un impegno determinato sugli obiettivi, ma consapevole di dover passare per strade strette, stanti i margini ed i limiti che oggettivamente esistono.
Nelle prossime ore potremo leggere nei dettagli il testo di questa manovra e l’esame dovrebbe partire dalla Camera dei deputati. 

Si sono sentite critiche alla Legge di Bilancio per il 2017 perché sarebbe troppo "generosa" con imprese, famiglie, pensionati. In una parola per non aver tagliato la sanità, per aver cercato di dare una risposta a cittadini in difficoltà o a imprenditori che hanno voglia di investire in ricerca e innovazione tecnologica.
Si è detto che lo si farebbe per prendere voti. 
Mi sembra, in certi momenti, di assistere ad un film surreale. 
Il Governo ed il Parlamento devono certamente fare ciò che ritengono giusto ed utile per rimettere in moto il paese, e ciò che ritengono necessario per modernizzarne e semplificarne la vita, e dovrebbero,  se possibile, riuscire a farlo con la capacità di renderne condivisibile il percorso e le scelte alla maggioranza dei cittadini. Il consenso non è un limite, non può essere l’obiettivo principale, ma è un indice che non si può,  ne si deve, né trascurare né svilire.
La Legge di Bilancio è ora al vaglio dell’Europa e per noi questo è un passaggio importante. 

L'Unione Europea è la nostra casa, crediamo in questo progetto di casa comune come indispensabile per mantenere pace e benessere. Siamo convinti della necessità di camminare insieme, nelle politiche di bilancio, nella costruzione di politiche di coesione e sviluppo, per affrontare crisi, povertà, conflitti ai confini dell'Europa e lo straordinario fenomeno dell'immigrazione e dei profughi. 
Proprio per questo chiediamo all’Europa uno scatto di consapevolezza per superare politiche economiche che hanno reso evidenti i limiti della loro efficacia. Chiediamo il rispetto di una solidarietà di accoglienza che non lasci soli paesi di frontiera come il nostro, soprattutto nel momento nel quale stiamo facendo uno sforzo straordinario.

Questo Governo e questo Parlamento hanno fatto in questi anni molte riforme, anche su questioni e temi non immediatamente e facilmente comprensibili ed apprezzabili. Troppi tra coloro che hanno sulle spalle responsabilità, di fronte a questi problemi e queste complessità,  non riescono a sfuggire al richiamo della semplificazione e della demagogia, strade che portano certezze assolute banalizzando i problemi e la realtà. Abbiamo di fronte una comunità civile preoccupata ed insicura, incerta sul  futuro dei figli e spesso disorientata, attratta da un cinico complottismo e dalla tentazione di dire sempre di no. 

In questo contesto la Riforma Costituzionale è un passaggio importante, perché semplifica il quadro istituzionale ed il procedimento legislativo, rende il Parlamento più efficiente nel fare leggi e prendere decisioni in modo più trasparente ed in tempi certi, anche per rispondere alla rapidità con cui problemi e opportunità si presentano nella società e nel mondo. 
L'Italia nel 2012 e 2013 ha sfiorato una crisi economica e democratica con rischi gravissimi. 
Abbiamo tra le mani la possibilità di un grande passo avanti, approvando una revisione della Costituzione che ritengo complessivamente positiva, con alcuni limiti, ma sicuramente con pregi tali da rendere nettamente positiva la sua approvazione.
Per questo la sostengo convintamente ed invito tutti a partecipare ad incontri di approfondimento nel merito (nella newsletter trovate il calendario dei miei incontri) e a documentare le proprie convinzioni perché ci sono in giro troppi pifferai magici, non sempre affidabili.
Buona lettura.

Mino Taricco

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